Organizado por el por el Comité “Por una civilización del Amor”, se está desarrollando en la ciudad de San Francisco el encuentro “¿La conversión nuclear? ¡Vale la pena!»
El Comité por una Civilización del Amor, reúne diferentes realidades en el compromiso por la eliminación efectiva de los arsenales nucleares y su conversión en iniciativas de paz.
Ayer el Cardenal Pietro Parolin, Secretario de Estado del Vaticano, envió un video en el que afirmó que este compromiso se “expresa concretamente en la promoción de una cultura de la vida y de la paz, fundada en la dignidad de la persona humana y en la primacía del derecho, a través de un multilateralismo que tiene como centro el diálogo y la cooperación responsable, honesta y coherente entre todos los miembros de la familia de naciones”.
En su discurso, el purpurado afirmó que la Santa Sede considera que estos elementos son especialmente importantes para desarrollar y reforzar una confianza real y duradera a nivel internacional, elemento indispensable para garantizar la seguridad y la paz.

El cardenal concluyó su mensaje a los participantes en el evento, citando las palabras del Santo Padre con motivo de la 54ª Jornada Mundial de la Paz, el 1 de enero, esperando, afirmó, que puedan servir de guía no sólo para la conferencia de hoy, sino también para los próximos pasos hacia el desarme:
«¿Cuántos recursos se desperdician en armas, especialmente en armas nucleares? Unos recursos que podrían destinarse a prioridades más importantes, para garantizar la seguridad de las personas, como la promoción de la paz y el desarrollo humano integral, la lucha contra la pobreza, la garantía de las necesidades sanitarias. Esto también se pone de manifiesto por problemas globales como la actual pandemia de cóvidos-19 y el cambio climático. Qué decisión tan valiente sería utilizar el dinero que se gasta en armas y otros gastos militares para crear un fondo mundial que elimine el hambre de una vez por todas y contribuya al desarrollo de los países más pobres».
Texto integro en italiano:
Carissimi,
sono grato per l’invito ad aprire questo Convegno dal titolo “La conversione delle armi nucleari? Conviene!” organizzato dal Comitato per una Civiltà dell’Amore, che riunisce diverse realtà nell’impegno per l’eliminazione effettiva degli arsenali nucleari e la loro conversione in iniziative di pace.
Tale impegno, che è al cuore della vostra attività, si esprime concretamente nella promozione di una cultura della vita e della pace, fondata sulla dignità della persona umana e sul primato del diritto, attraverso un multilateralismo che abbia al centro il dialogo e la cooperazione responsabile, onesta e coerente tra tutti i membri della famiglia delle Nazioni.
La Santa Sede ritiene che questi elementi siano particolarmente importanti per sviluppare e rafforzare una fiducia reale e duratura a livello internazionale, elemento indispensabile se si vuole garantire la sicurezza e la pace.
La pandemia stessa, infatti, ci sta insegnando una lezione preziosa: è necessario riconsiderare il nostro concetto di “sicurezza”. Quest’ultimo non si può basare sulla minaccia della distruzione reciproca e sulla paura, bensì deve trovare il proprio fondamento nella giustizia, nello sviluppo umano integrale, nel rispetto dei diritti umani, nella cura del Creato, nella promozione di strutture educative e sanitarie, nel dialogo e nella solidarietà, in sintesi: nel bene comune ricercato con volontà sincera e attuato con determinazione.
A tal fine, è evidente l’urgenza di adottare strategie lungimiranti, rifuggendo da approcci miopi e limitati nell’affrontare i problemi e le questioni relative al disarmo. I mesi a venire vedranno la tenuta di numerosi incontri internazionali su questo tema. In particolare, nel prossimo gennaio, si svolgerà la decima Conferenza di revisione del Trattato di non-proliferazione nucleare (TNP). Si tratta di un momento cruciale per la comunità internazionale, e in particolare per le potenze nucleari, nel senso di dimostrare chiaramente la capacità di comprendere le sfide odierne, di affrontarle e di risolverle.
Anche il primo meeting delle parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW), a marzo 2022, costituirà un momento significativo per la famiglia delle Nazioni. La sua entrata in vigore, il 22 gennaio dell’anno in corso, ha segnato un passo avanti decisivo ed è legato alla piena attuazione degli impegni del Trattato di non proliferazione nucleare in vista del completo disarmo. Anche questo Trattato rappresenta un successo della diplomazia multilaterale, ma sappiamo bene che la sua negoziazione ed entrata in vigore non sarebbero state possibili senza l’azione delle tante associazioni della società civile impegnate nella promozione continua del disarmo e della pace.
L’obiettivo ultimo dell’eliminazione totale delle armi nucleari è al tempo stesso una sfida e un imperativo morale e umanitario. Un approccio concreto dovrebbe promuovere una riflessione su un’etica della pace e della sicurezza multilaterale e cooperativa che vada al di là della paura e dell’isolazionismo che permeano molti dibattiti attuali.
Vorrei concludere citando le parole che il Santo Padre ha pronunciato in occasione della 54esima Giornata Mondiale della Pace, il 1° gennaio scorso, nella speranza che esse possano costituire una guida non solo per il Convegno di oggi ma anche per i prossimi passi verso il disarmo: “Quanta dispersione di risorse vi è per le armi, in particolare per quelle nucleari, risorse che potrebbero essere utilizzate per priorità più significative per garantire la sicurezza delle persone, quali la promozione della pace e dello sviluppo umano integrale, la lotta alla povertà, la garanzia dei bisogni sanitari. Anche questo, d’altronde, è messo in luce da problemi globali come l’attuale pandemia da COVID-19 e dai cambiamenti climatici. Che decisione coraggiosa sarebbe quella di «costituire con i soldi che s’impiegano nelle armi e in altre spese militari un “Fondo mondiale” per poter eliminare definitivamente la fame e contribuire allo sviluppo dei Paesi più poveri!»
Facciamo nostro questo auspicio del Papa, trovando insieme – con generosità e creatività – modi concreti per tradurlo nella realtà, coinvolgendo specialmente i giovani in questa unica volontà di pace. Vi ringrazio per l’attenzione e auguro successo ai vostri lavori.
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